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INTERVENTI NEL GIARDINO DI PALAZZO FERRAZZI
Brescia

 

TEAM DI PROGETTAZIONE

dott. architetto paesaggista Luigino Pirola

Collaboratori:

dott. architetto paesaggista Valter Nava

dott. architetto Clemens C. Lecchi

dott. agronomo e dott. in architettura del paesaggio Davide Grasso

dott. in architettura del paesaggio Matteo Sburlino

dott. in architettura del paesaggio Luca Restelli

In collaborazione con:

arch. Francesco Apollonio

dott. Alessandro Bugatti

Contesto 

Il seguente progetto ha come oggetto di indagine il giardino di pertinenza di Palazzo Ferrazzi, dimora situata nel centro della città di Brescia.

Eretto, in via Marsala 33, fu un antico palazzo degli Averoldi che vi sorgeva nel sec. XV e di cui non rimangono nel cortile che cinque colonne con il loro stemma. Il nuovo palazzo venne eretto nella fine del Cinquecento e finto sul principio del Seicento.

 Questo edificio ha subito svariati mutamenti nel corso dei secoli; fino ad arrivare agli interventi più recenti risalgono agli anni tra il 2005 e il 2011 e sono parte di un progetto generale di recupero del palazzo oggi ad uso interamente abitativo.

Si tratta di opere che introducono ulteriori elementi di novità, con la realizzazione di una autorimessa interrata che interferisce direttamente con il cortile a causa del volume emergente del sistema monta-auto, e della scala pedonale che sale nel cortile.

Elementi salienti del progetto

Il progetto complessivo dell’area parte dall’idea di recuperare l’assetto geometrico, ancora osservabile al catasto di inizi ‘800, per trarne una struttura geometrica regolare, una sorta di “maglia” nella quale i nuovi elementi impiantistici possano inserirsi, anche con opportune mitigazioni.

La regolarità del disegno complessivo viene sottolineata sia dalle pavimentazioni, sia dai parterre a prato, interessati dalla presenza di alberi e arbusti.

Nella complessiva regolarità dello spazio, un ruolo particolare viene assunto dalla soluzione prospettata per il muro di confine posto a sud.

Il muro, infatti – abbandonata l’ipotesi di un rivestimento a pannelli isolanti - viene trasformato in una vera e propria parete verde, grazie alla realizzazione di una struttura metallica dotata di vasche che ospitano una multiforme varietà di specie vegetali.

La struttura proposta è realizzata con acciaio cor-ten: un materiale metallico che, quindi, da un lato è espressivo di una cultura della produzione industriale tipica della storia locale (si pensi alle celebri e storiche ferrarezze bresciane), ma che, d’altro canto, è un materiale di per sé ormai “storico” (si tenga presente che è stato brevettato dalla US STEELS CORPORATION nel 1933).

La struttura, in realtà, è destinata nel tempo a diventare sempre meno visibile, grazie alla crescita del verde. Il suo senso ultimo, in effetti, è quello di richiamare le spalliere utilizzate nei giardini storici: elementi, quindi, che mantenevano una percepibilità formale ma che di fatto sparivano poi con il crescere di arbusti e rampicanti.

Il muro verde viene dotato di specie di diverso tipo e caratterizzate da fioriture che si alternano secondo le stagioni. Viene comunque data priorità a fioriture bianche e lilla, che intendono richiamare cromatismi naturali tipici del sottobosco del contesto in cui si colloca l’area bresciana. Una parte delle specie rientra, inoltre, tra quelle utili, come ad esempio le aromatiche. Un’opera, nel complesso, che sposi ed evidenzi la varietà delle stagioni nel loro divenire.

Sotto il profilo vegetazionale, l’eterogeneità che quindi impronta il progetto porta con sé diverse valenze. Le diverse specie utilizzate vogliono infatti introdurre biodiversità, perché la sistemazione a verde diventi non soltanto “bella”, quindi di valore estetico, ma anche “utile” sotto il profilo ecologico e per usi domestici.

 

Eterogeneità e biodiversità renderanno la parete verde gradita, ad esempio, agli insetti impollinatori e la renderanno quindi potenzialmente portatrice di veri e propri servizi ecosistemici.

 

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