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CONCORSO INTERNAZIONALE CENTRO PIACENTINIANO 
Bergamo, BG

TEAM DI PROGETTAZIONE

Luigino Pirola (Capogruppo)

Gianluca Gelmini

Claudia Maria Peretti

Carlo Peretti

SImone Zenoni

Elena Franchioni

Collaboratori

Tommaso Angeleri

Maria Chiello

Raffael Cobellis

Roberto Corradin

Aurora Fleres

Clemens Lecchi

Livio Mazzoleni

Marco Nelli

Andrea Pressiani

Giacomo Sciola

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Progetto pubblicato in Architettura del Paesaggio, n.36, 2018

IL CARATTERE DELLA CITTÀ

Bergamo e il suo territorio sono costruiti su rapporti antitetici e tuttavia imprescindibili e complementari.

Questo carattere di contrapposizione tra le parti è ricorrente e si coglie chiaramente sia alla grande scala (nella relazione tra montagne e pianura, tra la Città Alta e la Città Bassa), sia nella stratificazione della coscienza sociale, economica e culturale (capoluogo-provincia, sacro-profano, lavoro-divertimento).

In questo sistema di cose un luogo in particolare assume nella storia della città il ruolo di spazio condiviso e deputato alla messa in scena delle contraddizioni urbane e umane: un grande prato rigoglioso di piante e frutti si trasforma nel tempo in piazza di pietra dove si vende e si compera, dove si ride e si prega, è il Sentierone.

Il nome ha origine da un grande prato rimasto per secoli sospeso tra i borghi e la città sul colle, un luogo dedicato già dal medioevo allo scambio e al commercio.

Il “Prato di Sant’Alessandro”, per la sua posizione e per le sue tradizioni diviene centro della città contemporanea e ancora una volta si assiste ad un’apparente contraddizione in cui la campagna si sovrappone alla città e viceversa.

Il progetto propone un lavoro in continuità con il luogo strutturandosi secondo fasce parallele all'asse del Sentierone: il verde del nuovo parco continuo si intreccia con agli assi di Palazzo Frizzoni, di Porta Nuova, del Teatro, del Monumento a Donizetti, rafforzando la trama di segni già presenti e ancora in grado di riaffermare i caratteri del centro moderno della città.

I CRITERI DEL PROGETTO
Riorganizzare il suolo connettivo, progettare togliendo, unificando, chiarendo le categorie di flussi, pulendo.


Lavorare sul suolo connettivo per rinforzare l’identità di ciò che esiste, ponendosi al suo servizio e non in antagonismo/occultamento/fraintendimento: i nuovi interventi aiuteranno a leggere le caratteristiche dei luoghi, il sistema di relazioni, le emergenze esistenti, sottolineando e creando una nuova aurea.


Intervenire con opere minimali dal punto di vista dei costi, ma capaci di ribaltare la percezione dei luoghi, ampliandone la godibilità e le possibilità di utilizzo. Predisporre lo sfondo e le condizioni per accogliere al meglio gli usi transitori che caratterizzano la città contemporanea e, da sempre, questa parte di Bergamo.

Il teatro viene assunto come chiave di lettura (fisica e simbolica) del centro e del suo paesaggio.
 

Il verde diviene attore di un ruolo strategico nel teatro del centro di Bergamo. si propone come chiave di lettura e interpretazione di questa parte di città, in coerenza con la sua storia, l’accostamento /ridisegno/ rafforzamento di un margine ‘naturale’ come contrappunto alla città geometrica, lapidea, fortemente connotata dal punto di vista architettonico e dell’impianto urbano.
 

Fanno parte del suolo gli spazi aperti di strade, piazze, portici, larghi, parchi e giardini ma, in una visione più allargata riferita alla città abitata, anche i piani terra prospettanti che, con le loro funzioni, sono in grado di generare i flussi che animano la città rendendola più bella e più sicura. del suolo fanno parte anche i cortili interni, molto diffusi nelle tipologie dell’edificato del centro di Bergamo in un’idea di citta’ permeabile, che mette in collegamento spazi assortiti e misti per vocazione e caratteristiche.

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